Analizziamo in questo post General Mills, multinazionale statunitense che commercializza beni alimentari di consumo. Dopo la caduta delle quotazioni nel 2018 (-27%), il titolo ci sembra oggi decisamente sottovalutato rispetto al suo fair value e alle prospettive del business per gli anni a venire.


L’azienda

General Mills (GIS), è una multinazionale statunitense che produce e distribuisce marchi di alimenti di consumo.

Ha sede a Golden Valley, Minnesota, un sobborgo di Minneapolis.

La società commercializza molti noti marchi nordamericani, tra cui la farina Gold Medal, Annie’s Homegrown, Betty Crocker, Yoplait, Colombo, Totino, Pillsbury, Old El Paso, Häagen-Dazs, Cheerios, Trix, Cocoa Puffs e Lucky Charms.

Fonte: Internet

Il suo portafoglio marchi comprende oltre 89 marchi leader negli Stati Uniti e numerosi leader di categoria in tutto il mondo.

Oltre il 70% delle entrate di General Mills è generato negli Stati Uniti.

Il segmento retail in Nord America ha contribuito per circa due terzi delle vendite e oltre tre quarti degli utili operativi nell’anno fiscale 2018.

Recentemente l’azienda ha Blue Buffalo, azienda attiva nel segmento del cibo per animali.

Fonte: Internet

Gli elementi del vantaggio competitivo: il marchio e le dimensioni

Riteniamo che General Mills goda di un ampio fossato costituito dal valore dei brand del proprio portafoglio e da vantaggi competitivi di costo che potranno garantire all’azienda un ritorno sul capitale investito superiore al costo del capitale per diversi anni a venire.

Il portafoglio di General Mills comprende marchi leader in più categorie, tra cui i cereali (17% delle vendite totali, oltre il 30% di quota di mercato negli USA), yogurt (15% delle vendite, 18% quota di mercato negli USA), miscele di cottura (11% delle vendite, quota di mercato superiore al 50%) e snack di cereali (40% di quota di mercato).

Poiché i rivenditori dipendono da marchi leader come General Mills per indirizzare il traffico verso punti vendita, l’azienda è stata in grado di stringere relazioni consolidate con i rivenditori e assicurare uno spazio prezioso per le sue offerte.

Fonte: Internet

Grazie a queste dinamiche, General Mills gode anche di un discreto potere di influenza sui prezzi, e proprio questo “pricing power” rappresenta la prova del fatto che i suoi marchi sono un elemento distintivo di vantaggio competitivo.

Inoltre negli ultimi anni l’azienda ha ampliato la sua offerta distributiva sia in termini di gamma di canali e aree geografiche, oltre a perseguire la crescita in categorie più di tendenza come prodotti naturali e biologici.

Riteniamo che General Mills stia implementando la giusta strategia per contrastare la concorrenza sempre più intensa nel settore dei prodotti alimentari confezionati.

Oltre alle sue risorse intangibili, riteniamo che General Mills abbia un vantaggio in termini di costi derivante da economie di scala grazie all’ampia rete di produzione e di distribuzione interna che garantisce minori costi unitari e di distribuzione, nonché di una maggiore efficienza della catena di approvvigionamento rispetto ai peers più piccoli.

Inoltre le dimensioni dell’impresa consentono di esercitare un certo potere contrattuale sui distributori e i rivenditori, dato che le commissioni di vendita al dettaglio possono spesso costituire una barriera all’ingresso.

Infine, General Mills beneficia di economie di scala relativamente a costi di marketing, pubblicità e più in generale di promozione del marchio.

L’andamento in Borsa

Fonte: www.morningstar.com

Nell’ultimo triennio General Mills ha ampiamente sottoperformato l’indice di riferimento S&P 500.

Una prima fase di incremento della quotazioni è durata fino alla metà del 2016 e ha portato General Mills a performance superiore all’indice di riferimento.

Da qui è iniziato un progressivo ritracciamento che ha portato il titolo a ad ampliare progressivamente il gap con S&P 500 (il rendimento a 3 anni è negativo del 24%, contro un rendimento dell’indice superiore al 35%).

Key Financials

Fonte: elaborazione bullsandbears.it su dati Morningstar

Negli ultimi 5 anni i ricavi di General Mills hanno mostrato una flessione di circa il 2,5% medio annuo.

A fronte della contrazione dei ricavi il margine operativo è aumentato di quasi 2 pp dal 2015 al 2018, grazie a politiche di contenimento dei costi e a conferma del fatto che la società beneficia di un discreto “pricing power”.

Interessante la generazione di cassa con un rapporto P/CF attuale intorno a 9.

In crescita tutti gli indicatori di redditività con un ROE che nel 2018 ha superato il 40%

Il calo delle quotazioni nell’ultimo anno hanno compresso notevolmente i multipli. Se da un lato il calo del prezzo azionario potrebbe anticipare un deterioramento delle performance finanziarie, dall’altro riteniamo che eventuali scenari negativi siano ampiamente riflessi nei numeri attuali.

Valutazione relativa

Fonte: elaborazione bullsandbears.it su dati Morningstar

La tabella sottostante riporta il confronto tra General Mills e alcuni dei principali competitors relativamente ai multipli di bilancio più significativi.

GIS si posiziona tra i migliori del panel considerato, sia in termini di P/E sia in termini di redditività.

Anche il rapporto D/E è tra i più bassi del campione e non rappresenta un rischio rispetto alla solida generazione di cassa della società.

Infine, interessante il rendimento del dividendo che sfiora il 5% ai prezzi attuali con un payout ratio che si attesta attorno al 50%.

In sintesi

Nel segmento dei prodotti aliemntari con margini più elevati, General Mills occupa la prima posizione nelle categorie di cereali, yogurt, biscotti e cibi surgelati.

Questo posizionamento garantisce all’azienda vantaggi competitivi legati al brand e vantaggi di costo che a nostro avviso costituiscono un moat interessante e solido.

Le recenti operazioni di acquisizione di Blue Buffalo e al joint venture con Nestle, consentiranno all’azienda una diverisificazione in termini di offerta e di mercati ddi sbocco.

Riteniamo che, nonostante la minaccia di competizione sempre più intensa nei segmenti di riferimento, il prezzo attuale dell’azione è nettamente inferiore al fair value e costituisce quindi una interessante opprotunità di ingresso.

Alla prossima!

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