Ogni giorno investitori grandi e piccoli, professionisti e dilettanti, dimostrano che non è possibile, se non per brevi periodi, fare meglio del mercato. Poi, c’è Warren Buffett, che ha provato con i fatti (e con i rendimenti) che il mercato non è per niente efficiente. Solo fortuna o frutto di scelte coerenti con una strategia che alla fine “paga” davvero? Difficile pensare che il caso in questa storia la faccia da padrone e tuttavia c’è un fatto incontrovertibile: se aveste investito 10.000 $ nel 1965 in Berkshire, quando Buffett ne ha preso il controllo, ora vi ritrovereste con 88 Milioni $; se aveste investito, la stessa cifra nell’indice S&P500, il valore del vostro investimento sarebbe oggi di 1,3 milioni $. Vedetela cosi; in 52 anni alla guida della Berkshire, Buffett avrebbe trasformato l’equivalente di un investimento in una BMW di fascia media in un patrimonio estremamente consistente.

In questo post, tratto da uno dei più famosi best seller sul guru di Omaha (“Il metodo Warren Buffett. I segreti del più grande investitore del mondo” Ed. Hoepli) , vogliamo descrivervi alcuni dei principi cardine cui Buffett s’ispira per analizzare e concludere i propri investimenti. Alcuni suggerimenti potrebbero risultare semplici o scontati, ma è la loro applicazione nel lungo periodo che potrebbe fare di voi un vero investitore di successo.

Innanzitutto quando si tratta di acquistare un’azienda, Buffett preferisce sempre acquistare la maggioranza o il 100% poiché questo gli garantisce il controllo della società e delle scelte relative al business e all’allocazione del capitale. A meno che non siate investitori con ingenti patrimoni, questo caso potrebbe non fare per voi.

Tuttavia dobbiamo considerare che acquistare piccole quote delle società attraverso l’investimento in azioni, se da un lato presenta lo svantaggio di non permettere il controllo,, dall’altro amplia notevolmente lo spettro di azione e il campione di aziende eccellenti tra cui scegliere..

In questa scelta Buffett non perde occasione di ribadire che investe solo in business che è sicuro di comprendere e noi, ovviamente non possiamo che essere d’accordo.

Fonte: www.statusmind.com

Se cerchiamo di analizzare tutti gli acquisti di Buffett possiamo sintetizzare una serie di principi divisibili in 4 categorie:

  1. Criteri di Business: riguardano la modalità con cui un’azienda funziona
  2. Criteri di Management: il presupposto in questo caso è che il successo di una azienda di penda anche dalla qualità del suo management
  3. Criteri finanziari: Buffett individua alcuni indicatori che lo aiutano a valutare la qualità degli utili e dei risultati prodotti da un azienda
  4. Criteri di mercato: Possiamo riassumere questi criteri con la famosa frase “il prezzo è ciò che paghi il valore è ciò che ottieni”. In sostanza, per quanto valida sia una azienda, Buffett decide di investire solo se può acquistarla ad un prezzo inferiore al suo valore intrinseco.

Ma vediamo nel dettaglio ciascuna categoria.

Criteri di Business

Innanzitutto per Buffett l’attività deve essere semplice e comprensibile. È importante investire solo all’interno del proprio ambito di competenza e non conta tanto l’ampiezza di questo ambito quanto piuttosto la precisione con cui si riesce a definirne e prevedere i parametri di comportamento.

Buffett inoltre preferisce aziende che hanno una storia operativa coerente, evitando quelle aziende che stanno affrontando grandi cambiamenti o riorganizzazioni. Grandi cambiamenti non vanno d’accordo con grandi profitti, solitamente.

Infine Buffett predilige aziende che hanno proiezioni di lungo periodo favorevoli, poiché possiedono un qualche vantaggio competitivo che difficilmente può essere aggredito dai competitor. Un classico esempio è quello delle aziende che Buffett definisce “Franchise”, ovvero aziende che producono un prodotto/servizio, ricercato, che non ha un sostituto immediato e il cui prezzo in qualche modo non è disciplinato. Queste aziende possono mantenere un certo livello di prezzo e addirittura aumentarlo occasionalmente senza perdere quote di mercato.

Le aziende che hanno queste caratteristiche hanno costruito quello che Buffett chiama “moat”, un fossato che le protegge dalla concorrenza.

Fonte: http://benmbartlett.com/

Criteri di Management

Una delle caratteristiche che Buffett apprezza nei manager di una azienda è la razionalità nelle scelte di allocazione del capitale, in particolare quelle relative alla destinazione degli utili che possono essere utilizzati per sostenere la crescita oppure restituiti agli azionisti sotto forma di dividendi o buyback (leggi anche qui). Il problema dell’allocazione del capitale è strettamente collegato alla capacità di trovare investimenti con un rendimento superiore al costo del capitale; in caso contrario i manager dovrebbero prendere in considerazione l’idea di restituire parte della ricchezza prodotta agli azionisti.

Un’altra caratteristica fondamentale che Buffett richiede ai manager è la trasparenza, la capacità di raccontare l’effettivo andamento dell’azienda e di discutere apertamente anche gli insuccessi.

Come investitori, un’azione semplice ma efficace che possiamo fare per valutare l’operato del management è quello di analizzare i rapporti aziendali tornando indietro di qualche anno e prestare attenzione alle dichiarazione del management sulle strategie future confrontandole poi con l’operato e i risultati effettivi del presente.

Il management da solo tuttavia non è sufficiente. Lo stesso Buffett sostiene che “quando un manager dalla reputazione brillante si unisce ad una azienda dalla reputazione precaria, a uscirne intatta è sempre la reputazione dell’azienda”

 

Criteri finanziari

Da un punto di vista di criteri finanziari a supporto della scelta di investimento, Buffett preferisce concentrarsi sul ROE (Return on Equity) piuttosto che sugli utili per azione. Nel calcolo di questo rapporto Buffett suggerisce di fare attenzione al denominatore. Per iniziare l’equity dovrebbe essere valutato a prezzo di costo e non di mercato perché i valori di mercato possono influire pesantemente sul valore dell’equity.

Al posto dei flussi di cassa poi Buffett preferisce usare quello che definisce “Owner Earnings”, ovvero le entrate al netto di imposte , più gli ammortamenti, meno il capex e ogni altro tipo di voce di capitale necessaria all’operatività

Ancora Buffett apprezza i manager che sono attenti ai costi, poiché, a meno che non siate in grado di espandere le vendite all’infinito, la riduzione dei costi è un sistema che vi consente di mantenere margini di profitto elevati. Buffett è l’esempio per eccellenza di questo approccio se pensate che la Berkshire Hathaway ha una sede operativa con soli 25 impiegati!

 

Criteri di mercato

Come abbiamo detto, Buffett investe solo quando può acquistare un’azienda per un prezzo inferiore al suo valore intrinseco. Quindi, come valutare correttamente una azienda e come acquistarla a un prezzo conveniente.

Relativamente al primo punto, Buffett è un sostenitore del metodo DCF (Discounted Cash Flow) per valutare una azienda.

Per quanto riguarda il secondo punto, Buffett suggerisce di acquistare con un margine di sicurezza elevato, dove il margine di sicurezza è lo sconto rispetto al valore che abbiamo stimato. Se riusciamo ad acquistare una azienda o una azione con un margine di sicurezza del 30% allora anche in caso di ulteriore ribasso del prezzo del 10% non dovremmo essere particolarmente preoccupati.

 

Siamo certi che questo elenco di principi, per quanto semplici, potrebbero esservi d’aiuto per rendere più efficaci le vostre strategie di investimento. In fondo, per citare in chiusura proprio Buffett: “Il mercato, come il Signore, aiuta chi si aiuta da solo, ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno!”

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